6.9.11

Opera: DUE PAZZI (1985)

In Due Pazzi, riscopriamo l’essenzialità dei disegni puerili e stilizzati, così come infantile è il pongo, componente materico dell’opera. In uno sfondo sfumato e acceso si stampano questi due pazzi, Rotundo e il padre, in una posa ieratica e stupita, quasi ironica. Osservando quest’opera non possono non venirci in mente i personaggi dissacranti del maestro dell’Arte Nucleare, Enrico Baj, ideatore di un’arte che è rifugio da iniziati, come un'oasi in cui rinchiudersi lungi dal travaglio complesso dell'umanità.

Opera: SELVAGGI A CACCIA (1987)

I selvaggi a caccia è dimostrativo della capacità di Rotundo di affrontare ogni materiale. L’artista indaga le possibilità della stoffa, nei suoi diversi colori e tessiture, concepisce un mondo invaso da gomitoli di colori su cui si staglia una scena di caccia primitiva che quasi anela un ritorno allo stato di natura, ormai da così tanto alle nostre spalle.

Opera: L'UOMO IN VERDE (1987)

Agli antipodi rispetto a I selvaggi a caccia, vi è un’altra opera molto interessante di Rotundo: Uomo in verde (1987). Di questo extraterrestre o, forse, terrestre del futuro, non rimane che lo scheletro svuotato dell’anima che ci osserva e ci studia. Forse in lui c’è il tentativo di condurci ad un altro futuro, meno legato alle cose materiali, più attaccato ai sentimenti; di fronte a noi c’è un Diogene moderno che ride, senza la bocca per ridere, di quello che siamo diventati.

Opera: L'INCUBO DI PIKACHU' (2009)

In L’incubo di Pikachù (2009) osserviamo un collage ossessivo di figurine di Pikachù, eroe moderno. Viene facile confrontare quest’opera con un’altra, Merzbau, del grande artista Kurt Shwitters. I detriti della società di massa sono nuovamente al centro dell’opera, riutilizzati, la paura di cadere nell’oblio, terrore di ogni icona moderna, è reale. Pikachù si risveglia tagliuzzato, imbrattato di colore, non più idolo ma scarto di questo mondo troppo veloce, in cui la memoria è breve.
Rotundo sceglie un collage di figurine, gioco dei bambini per antonomasia e in questo modo ci pone di fronte al nostro passato, alla nostra infanzia stimolandoci a non perdere il contatto con il lato più ingenuo e dolce di noi, unico appiglio, forse, per rimanere umani.

Opera: BASSORILIEVO DIGITALE (2011)

La composizione Bassorilievo digitale (2011), un collage di DVD, diapositive e carta, è l’opera che più di tutte esprime il forte intento materico di Rotundo. Siamo di fronte ad un vero e proprio bassorilievo del mondo contemporaneo, discarica di merce gettata, stratificazione di detriti inorganici che il mondo non sarà in grado di assorbire. Quest’opera di Rotundo ci pone di fronte ad un nostro possibile futuro, sommersi dai rifiuti che noi stessi abbiamo prodotto andando contro natura; è questo il mondo che vogliamo?

5.9.11

L'autore: LUIGI ROTUNDO

L'artista nell'ultimo suo viaggio in Messico


Sarà presente alla collettiva "Pragmatica" (DAL 09 AL 01 -10 - 2011)